Le finali sono partite a sé e non seguono logica alcuna. La Coppa Italia va da sa sé e segue un filo conduttore che nulla ha in comune col campionato. Lo sa bene la Roma schiacciata da una Fiorentina che in Serie A non naviga in mare sereno e che gli si è imposta per 7 reti. Lo sa bene la “regina” incontrastata bianconera che però ha abbandonato il torneo nostrano molto prima del tempo.

E lo sa bene anche Simone Inzaghi, il cui destino sulla panchina biancococeleste parrebbe legato proprio a stasera.

Non è il clima ideale per il tecnico piacentino, ottava posizione in classifica, pesanti sconfitte in campionato, no, non è il clima ideale nemmeno di meteo parlando, ma lo è per vincere un Coppa.

Quale miglior toccasana per una stagione a tratti “drammatica”, non essere riusciti a battere il Chievo in nessuno dei due scontri, è “drammatico” senza esagerazioni. Spal-Sassuolo -Chievo, non è normale passi il messaggio che proprio queste, ti hanno fottuto la zona Champions League. Eppure è quello che si è visto. Una nuova normalità che ha visto la Lazio cadere al cospetto delle “provinciali”. Non ci sono scuse, ma solamente tante lezioni da imparare.

Lezione che si doveva assimilare già a Salisburgo, a proposito, Valon è in Paideia per accertamenti. Blackout, follia, errori grossolani difensivi e sotto porta con quella porta che non si becca.

Eppure Simone Inzaghi, nella conferenza stampa di ieri, ha presentato la gara affermando che la Lazio ha imparato dai propri sbagli.

“Dovremo evitare i cali di tensione. Quest’anno contro di loro abbiamo perso mentre in passato avevamo vinto. La sconfitta di 10 giorni fa ci ha insegnato molto, abbiamo analizzato tutto e siamo pronti, ho visto la squadra lavorare bene, siamo pronti a tutto”.

Può piacere o non piacere, ci può essre chi afferma che il suo ciclo sia finito e chi invece lo ritiene l’uomo giusto, ma non offenderò nessuno, mi auguro, nominando la fastidiosa ripetitività in occasione delle varie conferenze in questi 3 anni.

Da “spiace per i ragazzi”, all’ “abbiamo giocato 20 minuti buoni”, dobbiamo credere davvero che si sia imparato qualcosa dagli errori? Mai come oggi questo diventa importante. Cruciale perché, senza la Coppa in bacheca, anche l’Europa League rischia di sparire.

Può esistere una Lazio senza Europa? Non per Tare e chissà se anche lui avrà imparato dai propri errori di valutazione sul mercato.

Le chiacchiere stanno a zero, è il momento dei “fatti”…. Simone ti aspettiamo in campo!

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